23/38
Sofia è una ragazza progressista e indipendente che è terrorizzata dalla parola matrimonio. Le uniche storie d’amore nella sua vita sono quelle di Jane Austen. Finché non viene misteriosamente trasportata nel XIX secolo. Debutto cinematografico di Diego Montez. Con Jules e Jim (1962). Sono rimasto piuttosto sorpreso da questo, in senso positivo, poiché la maggior parte di ciò che riguarda il genere fantasy e “cosa succederebbe se” era già stato detto ed è solitamente un genere di cose logore, fatta eccezione per il nuovo pubblico che verrà, ma “Perdida” (“Lost”) aveva effettivamente alcuni bei punti da condividere, una visione in qualche modo nuova e una nuova presentazione di certe cose nonostante il pesante carico di cliché che la maggior parte di noi conosce sia dai romanzi romantici che dai temi fantasy. È basato su un romanzo best-seller (che non ho letto), quindi ciò che mi ha attratto sono stati i temi fantastici e alcuni nomi del cast. Colpo di scena: finisce per essere un film piacevole e umoristico, uno di quei film in cui ti diverti davvero. Segue Sofia (Giovanna Grigio), una donna indipendente dei giorni nostri, grande fan dei romanzi di Jane Austen che desiderava che la sua vita sentimentale fosse esattamente come svenire per un nobile e gentile tipo Mr. Darcy. Ma nell’era delle app di incontri/rimorchi e del romanticismo che va a pezzi, il sogno è reale solo nei libri, o almeno così pensa finché non viene trasportata nel XIX secolo in un posto che sembra un mix tra Brasile e Inghilterra, e in qualche modo la diversità razziale è pienamente abbracciata (adorato, ma molte persone si confonderanno su questo), ed è lì che si imbatte accidentalmente nel giovane, affascinante e rispettabile Ian Clarke (Bruno Montaleone). Il resto spetta a te riempire gli spazi vuoti su come cresce la confusione tra esseri di epoche diverse, comportamenti e costumi sociali diversi, e se ci sarà un po’ di amore in corso. I valori di produzione sono stati incredibili, dai costumi e dalla direzione artistica alla location (non sono sicuro di dove siano stati girati quei bellissimi paesaggi in cui Sofia e Ian cavalcano i loro cavalli), il pacchetto è stato ben presentato alla grande. E se si deve dire che c’è una certa urgenza per “Perdida” o almeno un pubblico per questo sono quelli che si sentono esattamente come Sofia, che vivono e affrontano un’incredibile era tecnologica, e la capacità di credere nell’amore e nel matrimonio al di fuori di un semplice contratto sociale; ma l’era che abbiamo manca di connessione umana, vero affetto (come se il periodo Austen fosse totalmente così perfetto). Quindi, il film fa un interessante confronto tra il periodo, la storia d’amore dei romanzi classici con i tempi moderni e come quei due potrebbero connettersi… se mai. Con queste domande, c’è un sacco di umorismo, la coppia è molto affascinante proprio come i personaggi secondari: la sorella di Ian (Nathália Falcão) era la mia preferita, essendo incantata dagli occhiali da sole e sempre disponibile con Sofia. Tuttavia, come una storia che lancia qualche pugno sui cliché, che siano fantasy, letteratura o cliché della vita reale, “Perdida” è quasi perso per loro per un sacco di tempo, ma è una di quelle cose che attraggono sempre il pubblico che ama quei temi ma spaventa coloro che si sentono sfiniti dalle ripetizioni. Non mi ha infastidito molto e sono riuscito a essere sorpreso da un paio di cose, e la conclusione è sembrata abbastanza giusta per tutto ciò che è stato presentato. Finzione come finzione, ma a volte ci sono tocchi che raggiungono la realtà. Vivere e imparare. 7/10.